Il concetto di valore in ambito agricolo è sempre incarnato dal prodotto, sia esso finale o di scarto. Nell’era attuale che vede ogni settore coinvolto nella lotta al cambiamento climatico, riconoscere il valore del prodotto anche nelle fasi finali della filiera è fondamentale per concretizzare gli obiettivi internazionali in termini di sostenibilità ambientale.
Scarti vegetali provenienti da coltivazioni, insieme alle deiezioni animali risultanti degli allevamenti, rappresentano dunque un’opportunità da cogliere, trasformando un sistema economico-produttivo attualmente lineare in circolare.
Il valore dei rifiuti organici
Quando si parla di nobilitazione dei reflui agricoli e zootecnici, la fertilizzazione è la prima pratica a cui si pensa, atta ad impiegare sostanze di scarto dalla forte componente organica per nutrire e migliorare la struttura e produttività del terreno.
Ad oggi esistono diverse strategie per valorizzare i rifiuti organici in agricoltura, dal compostaggio all’utilizzo diretto, passando naturalmente per la produzione di biomasse.
- Il compostaggio è il processo di trasformazione aerobica dei rifiuti organici in un fertilizzante naturale ricco di humus, facilmente assimilabile dalle piante ma lungo da produrre.
- La digestione anaerobica è un processo di decomposizione dei rifiuti organici svolto in assenza di ossigeno e dal quale si originano il digestato – impiegato come fertilizzante compatibilmente alla norma vigente in materia – e il biogas, utilizzato per la produzione di energia rinnovabile.
- In alcuni casi, i rifiuti organici possono essere utilizzati direttamente sul terreno come pacciamatura, contribuendo a proteggere il suolo dall’erosione, a conservare l’umidità e a sopprimere la crescita di piante infestanti.
Valore e costi
Valorizzare gli scarti di allevamento e agricoltura offre un ritorno economico tangibile a chi sceglie di farlo. Questo perché i costi associati a tali sottoprodotti sono solitamente consistenti e protratti nel tempo, soggetti alla stagionalità quanto all’inflazione.
Adoperare i propri scarti agricoli come fertilizzante permetterà di risparmiare sia a livello economico che di consumi, contando quelli relativi a produzione, imballaggio e trasporto di un qualunque prodotto terzo. Se impiegati invece per la produzione di energia verde (soprattutto da biomasse) o come combustibile alternativo, i resti agricoli possono essere sfruttati all’interno della stessa azienda da cui proviene lo scarto, così nobilitato. In questo particolare caso, per incentivare la produzione di green energy e raggiungere gli obiettivi prefissati in termini di sostenibilità, le imprese agricole italiane hanno dal 2022 la possibilità di accedere a bandi per l’ottenimento di crediti a fondo perduto. Oltre allo sviluppo del biometano in Italia si parla di contributi che incentivano la transizione del settore agricolo e agroalimentare verso un modello tecnologicamente evoluto e più ecologico, che preveda l’ammodernamento di strutture e strumenti in essere o la realizzazione di nuovi, ottemperando così alle norme vigenti in materia di gestione delle risorse ma anche degli scarti (reflui zootecnici).
La valorizzazione dei rifiuti organici rappresenta un’opportunità concreta per le aziende agricole di coniugare efficienza economica e sostenibilità ambientale. Adottando le strategie di valorizzazione più adatte alle proprie esigenze, le aziende possono trasformare i propri scarti in risorse preziose, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità fissati dall’UE e creando un futuro più verde per l’agricoltura.