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La filiera del biogas in Italia: opportunità e sfide per la transizione energetica

Fonte di energia rinnovabile prodotta dalla decomposizione di materia organica (scarti agricoli, effluenti zootecnici, colture dedicate), il biogas sta assumendo un ruolo sempre più importante nella filiera energetica europea e italiana. Oltre a porsi come alternativa ai combustibili fossili una volta raffinato a biometano – contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla promozione di un modello energetico più resiliente, il biogas rappresenta un’opportunità per i settori che concorrono allo sviluppo di questa filiera, in particolare quello agricolo e quello industriale.

I dati forniti da GSE nel 2020 vedevano l’83,4% della produzione complessiva nazionale di energia elettrica da biogas fornita dalle regioni dell’Italia settentrionale, in primis Lombardia e Veneto. A livello numerico e riportando i dati RIE relativi all’anno 2023, l’Italia conta su oltre 2200 impianti attivi che producono biogas principalmente da scarti agricoli, effluenti zootecnici, FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano e fanghi di depurazione derivanti dal processo di trattamento delle acque reflue (5% totale).

La filiera del biogas in Italia: dalle biomasse al biometano

La materia prima per la produzione di biogas in Italia proviene da diverse fonti, tra cui scarti agricoli e agroalimentari, effluenti zootecnici, rifiuti organici urbani e secondi raccolti. In appositi impianti, costruiti vicino ai centri di produzione delle biomasse, il biogas può essere prodotto riducendo i costi di trasporto delle stesse, “permettendo nel contempo di realizzare in loco il riciclo del 100% dei nutrienti ed un sensibile incremento della restituzione di sostanza organica ai terreni agricoli utilizzati per le colture energetiche.” (Filiera biogas-biometano 2020) 

Gli impianti biogas possono avere anche dimensioni ridotte e realizzati con investimenti alla portata dell’imprenditoria agricola italiana  (grazie ai contributi regionali ed europei), contribuendo ad un sensibile e duraturo sviluppo delle aree rurali.

Il biogas prodotto può essere utilizzato per la cogenerazione in energia elettrica e termica, oppure raffinato tramite upgrading a biometano e immesso nella rete italiana del gas naturale (la rete energetica  più capillare e capiente esistente in Europa), o adoperato come biocarburante. 

Opportunità e sfide per la filiera del biogas in Italia

Uno studio del 2022 condotto da BIP Consulting illustra lo stato di avanzamento della produzione di biometano e biogas in Italia, delineando un futuro ancora lontano ma potenzialmente raggiungibile. Grazie a progetti e opportunità destinate al settore imprenditoriale agricolo, la produzione italiana di biogas – fra le più alte in Europa e al mondo – ha tutte le potenzialità per incidere positivamente anche su quella di biometano. Tra conversioni di unità a biogas e impianti nuovi – come riporta lo studio – annunciavano la possibilità di realizzare oltre 1000 nuovi impianti entro il 2026, ma la strada è ancora lunga e costellata di azioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Per centrare gli ambiziosi obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e affrontare le sfide poste dall’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), le Associazioni firmatarie della Piattaforma Biometano chiedono con urgenza interventi mirati a dare stabilità e nuovo slancio al settore.

Misure per il biometano oltre il 2025:

  • Certezza normativa: Entro la fine del 2024 è necessario definire un quadro normativo chiaro e stabile che definisca regole e condizioni di incentivazione per gli impianti di biometano dal 2025 al 2030, garantendo continuità agli investimenti e alle nuove realizzazioni.
  • Adeguamento degli incentivi all’inflazione: È fondamentale dare attuazione alla norma del Dl Asset che prevede l’adeguamento degli incentivi biometano all’inflazione, garantendo un trattamento omogeneo per tutte le procedure competitive del DM 15 settembre 2022.
  • Conferma del bilancio di massa e cause di forza maggiore: Si ribadisce la necessità di confermare la piena applicazione del principio del bilancio di massa agli impianti incentivati ai sensi del DM 15 settembre 2022 e di riconoscere il mancato allaccio alla rete gas come “causa di forza maggiore”.
  • Definizione delle cause di forza maggiore per il DM 2 marzo 2018: In merito all’attuazione del DM 2 marzo 2018, è urgente definire le cause di forza maggiore che giustificano il posticipo dell’entrata in esercizio degli impianti e stabilire un limite temporale massimo per la loro messa a regime, evitando penalizzazioni alle iniziative in corso.
  • Misure specifiche per le riconversioni a biometano: Sono necessarie misure specifiche per incentivare la riconversione a biometano degli impianti esistenti che trattano rifiuti a matrice organica, favorendo la valorizzazione di queste risorse e la riduzione dell’impatto ambientale.
  • Definizione dei prezzi minimi garantiti per il biogas: Urge definire in tempi rapidi i prezzi minimi garantiti per gli impianti di biogas, come previsto dal Dl Rigassificatori. Un quadro normativo chiaro e stabile in tal senso è indispensabile per consentire alle aziende di pianificare investimenti e valutare la conversione degli impianti esistenti.

L’implementazione di queste proposte è alla base del futuro di biogas e biometano in Italia. Una filiera con un enorme potenziale per contribuire alla decarbonizzazione del sistema energetico nazionale, alla creazione di nuovi posti di lavoro e alla valorizzazione dei rifiuti organici, concretizzando l’idea di un sistema energetico più sostenibile e resiliente.

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