Biometano 2023: le principali criticità dei bandi

Impianti biogas-biometano, decreti

Il 2023 può definirsi un anno importante per il settore dell’energia rinnovabile. Il 13 gennaio 2023 è stato infatti approvato il Decreto n. 13, nel quale il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha definito i criteri per accedere agli incentivi per la produzione di biometano immesso nella rete del gas naturale. 

Coperta da fondi del valore di 1,73 miliardi di euro provenienti dal PNRR, tale decreto si pone l’obiettivo di incrementare la produzione di biometano in Italia di almeno 2,3 miliardi di metri cubi entro il 30 giugno 2026.

Le richieste di accesso ai bandi registrate finora non sono state elevate, probabilmente per le difficoltà riscontrate dagli imprenditori agricoli nel soddisfare i criteri e la documentazione stabiliti dal Decreto Biometano.

Il GSE invita, pertanto, i soggetti interessati a verificare con la massima cura che la documentazione allegata alle richieste di partecipazione, da trasmettere tramite il Portale “Sviluppo del Biometano”, contenga tutte le dovute evidenze, in conformità a quanto previsto dal DM 2022 e precisato nelle Regole Applicative. Per l’elenco completo della documentazione da allegare all’istanza di partecipazione si raccomanda di consultare l’Allegato 2a delle Regole Applicative.

Le principali criticità riscontrate dal Gestore dei Servizi Energetici SpA (GSE) – responsabile della valutazione dei progetti e pubblicazione della graduatoria dei progetti ammessi – sono per lo più relative alla documentazione richiesta nel DM 2022 e allegata a ogni richiesta inviata.

  1. Assenza o mancata evidenza del rispetto del requisito di sostenibilità: certificato di attestazione del rispetto dei valori minimi di riduzione delle emissioni di GHG non conforme o non riferito all’impianto 
  2. Impossibilità di verifica del rispetto dei valori minimi di riduzione delle emissioni di GHG tramite il file di verifica del GSE
  3. Zone vulnerabili ai nitrati con carico di azoto superiore ai 120 kg/ha;
  4. Destinazione d’uso “trasporti” e materie prime non 100% avanzate;
  5. Mancata evidenza del possesso del preventivo di connessione.

Elencheremo in questo articolo le anomalie riscontrate dal GSE nelle operazioni di convalida dei documenti ricevuti.

Certificazioni non conformi

Alcune certificazioni pervenute al GSE non erano conformi perché firmate da enti di certificazione non accreditati o da un tecnico non iscritto ad albo professionale. La non conformità poteva anche essere imputabile al fatto che la certificazione non fosse riferita all’impianto che inoltrava la richiesta. Infine è stata spesso riscontrata l’impossibilità di verificare il rispetto dei valori minimi tramite il file di verifica del GSE.

Zone vulnerabili ai nitrati

Ai fini della formazione della graduatoria, per gli impianti agricoli ubicati in zona vulnerabile ai nitrati con carico di azoto di origine zootecnica superiore a 120 kg/ha (come riscontrabile dalle specifiche perimetrazioni regionali), il GSE verifica che la dieta autorizzata preveda l’alimentazione con l’impiego di almeno il 40% in peso di effluenti zootecnici. Sarà quindi raccomandato di verificare in maniera preventiva che l’impianto ricada o meno in una zona di vulnerabilità ai nitrati.

Destinazione d’uso “settore dei trasporti” e materie prime non 100% avanzate

Alcune richieste provenienti dagli impianti che producono biometano per il settore dei trasporti non erano complete di informazioni esplicite relativamente alle materie prime usate per alimentare l’impianto, elencate nell’Allegato VIII, Parte A, al D.lgs. n. 199/2021 (es. sostanze identificate come sottoprodotti di cui alla Tabella 1.A del DM 23 giugno 2016 ma non ricomprese anche nell’elenco di cui all’Allegato VIII, Parte A, al D.lgs. n. 199/2021).

Mancata evidenza del possesso del preventivo di connessione

Sebbene si tratti di un requisito fondamentale, varie richieste vagliate dal GSE non sono state allegate alla documentazione attestante il possesso di un preventivo/offerta di allacciamento accettato/a in via definitiva.

Carenze documentali da verifica di completezza

Come precisato al paragrafo 3.1.1 delle Regole Applicative, il GSE nei 5 giorni lavorativi successivi alla chiusura della procedura competitiva verificherà la completezza dei documenti allegati all’istanza di partecipazione. Eventuali carenze devono essere sanate dal Soggetto Richiedente, esclusivamente mediante l’applicativo informatico “Sviluppo del biometano”, entro 5 giorni dal ricevimento della richiesta di integrazione.

Le possibili revisioni 

Vista la mancata o erronea presentazione di domande di adesione ai bandi, si sta discutendo se rivedere e in che modo i meccanismi di incentivazione al biometano. Bisognerà dunque prendere atto delle difficoltà incontrate in questa prima fase, nonché degli ingenti investimenti chiesti al settore agricolo. Sarà infine importante accogliere le opinioni di alcune importanti associazioni di categoria con lo scopo di incontrare gli obiettivi del DM: di incentivare il passaggio al biometano compensando l’inflazione.

Per accedere ai bandi e competere per l’ottenimento degli incentivi, nonché delle autorizzazioni richieste, chiedi il supporto di CMA. Contattaci per ricevere supporto lungo tutto l’iter di richiesta dai nostri esperti e collaboratori.