L’emergenza climatica richiede una produzione e gestione sostenibile delle risorse energetiche a nostra disposizione, scegliendo quelle a minor impatto ambientale complessivo, che risultino “sostenibili” a ogni livello della filiera.
I criteri di sostenibilità
Nell’ambito delle bioenergie, la parola “sostenibilità” acquisisce un significato molto particolare, esplicitato dai rigorosi criteri che le aziende produttrici di biogas/biometano devono soddisfare.
Secondo la Direttiva comunitaria «RED2», base normativa per lo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia, la produzione deve avvenire:
- evitando lo sfruttamento di terreni ad elevato contenuto di carbonio (foreste primarie, aree soggette a tutela, ecosistemi a rischio, zone umide, zone boschive, torbiere, ecc.) ( art. 7 ter da commi 3 a 5 o da 3 a 6 per colture in UE)
- riducendo le emissioni di GHG di almeno una percentuale prefissata rispetto alle emissioni associate al Carburante Fossile di Riferimento (FOSSIL FUEL COMPARATOR – FFC) per specifica destinazione.
Valori minimi di riduzione
Nei precedenti articoli abbiamo descritto il biogas, menzionandone caratteristiche e tecniche di upgrading per la produzione di biometano. In funzione della dieta e delle caratteristiche dell’impianto, il biogas può tramutarsi in una risorsa non solo rinnovabile ma anche sostenibile, riducendo le emissioni ai sensi della Direttiva RED II, recepita dal Dlgs 199/2021.
All’articolo 42 comma 12 di tale Dlgs vengono espressi i valori minimi di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, stimate a:
- 65 % per i biocarburanti, i biogas consumati nel settore del trasporto e i bioliquidi prodotti negli impianti in funzione dal 1° gennaio 2021;
- 70 % per l’energia elettrica, il riscaldamento e il raffrescamento da combustibili da biomassa usati negli impianti in funzione dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2025
- 80 % per gli impianti in funzione dal 1° gennaio 2026.
I parametri di sostenibilità
Per calcolare le riduzioni emissive bisogna valutare tutti i fattori che concorrono alle emissioni nella filiera produttiva del biogas/biometano, dai materiali che alimentano l’impianto alle varie operazioni di produzione, trasporto e compressione.
Una dieta ideale per la produzione di biometano sostenibile si avvale di effluenti zootecnici, colture e sottoprodotti agricoli, ordinati a seconda delle emissioni che generano. Per quanto riguarda le fasi di produzione del biometano, occorrerà gestire correttamente il digestato. Stoccandolo in modo adeguato – avvelendosi dei servizi di costruzione e copertura vasche CMA, possono essere ridotte le emissioni di ammoniaca nonché l’impatto negativo sulla qualità di aria, terreno e acqua.
Certificazione di sostenibilità
Per verificare il rispetto dei criteri di sostenibilità, tutti i soggetti coinvolti devono aderire al Sistema Nazionale di Certificazione, istituito con il DM 14 novembre 2019 . Questo comporta il coinvolgimento di un ente certificatore per il rilascio della certificazione di conformità che riguardi sia l’azienda titolare dell’impianto, sia i fornitori. Nella pratica, sarà necessario redigere un’attenta documentazione aziendale (v. UNITS 11567) che includa documenti di carattere sia generale (descrizioni delle attività e dei prodotti relativi al singolo operatore economico) che specifico per la filiera di appartenenza del singolo operatore (documenti inerenti alla fase di produzione delle materie prime coltivate, di rifiuti ed effluenti zootecnici e relative alle fasi diverse dalle precedenti – inclusa quella di upgrading).
Il coinvolgimento di tutti gli operatori economici (titolari e fornitori) presuppone la necessità di un sistema di rintracciabilità basato sull’equilibrio di massa che assicuri che i criteri di sostenibilità siano mantenuti lungo tutta la catena di consegna.
Il panorama delle riduzioni
Come definito nell’Italian Greenhouse Gas Inventory 1990-2021 (2023), “il settore agricolo registra una riduzione di emissioni del 13.8% rispetto al 1990, principalmente attribuita a una diminuzione degli allevamenti e al recupero di biogas a fini energetici”. Questo è solo il primo passo verso una gestione più sostenibile dell’energia che risulti in un’economia circolare a supporto dell’ambiente.
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